Ci sono luoghi che ti fanno commuovere, luoghi che riescono a toccare la tua anima nel modo più profondo. Ci sono storie che ci sono state raccontate e che inevitabilmente ci hanno portato a farci un idea di quello che è stata una cultura e del suo ambiente. Ma quando ti trovi davanti a tutto questo, capisci che tutti quei racconti non sono stati abbastanza.
Ci troviamo in Turchia su incarico di EuroCompany per raccontare la storia dei produttori di albicocche. Precisamente siamo in Malatya, proprio su quel fiume che ha segnato le nostre storie e la nostra cultura, l’Eufrate: se penso che proprio lungo questo fiume, in questo territorio semi desertico sono state rinvenute le prime tracce di agricoltura, le prime città e i primi stati mi vengono i brividi.
A volte credo che inevitabilmente i nostri geni conservino ancora tutte queste storie.
“Malatya” simbolo del colore arancio prende il nome proprio dalla parola “melida” che significa “dolce come il miele” pare che si sia poi trasformata in Malatya nel tempo.
Leggendo queste parole trovate in un vecchio libro di mio nonno, mi fermo e penso a tutti i pasti condivisi. Inevitabilmente le mie papille gustative rivivono tutti quei sapori assaggiati lentamente in questo viaggio. I miei occhi rivedono le montagne di miele, di fichi, di albicocche, di the di cui i contadini sempre ci omaggiavano con un accoglienza unica.
E’ metà luglio, la produzione delle albicocche è nel momento più importante e queste aride colline sono il posto più importante a livello mondiale per la produzione di questo antico frutto. Il vento accarezza gli alberi da frutto, il tramonto colora la cime delle montagne e le albicocche appaiano dorate.
Qui troviamo una varietà e un clima che ha caratteristiche uniche: una bassa acidità, un clima caldo secco, un altitudine di circa 900 m e una fortissima escursione termica tra giorno e notte. Questo permette alle albicocche una volta raccolte di essiccarsi al sole naturalmente in cinque giorni.
La provincia di Malatya ha visto la sua economia crescere e girando per le vie del centro ci imbattiamo in diversi monumenti e riferimenti al frutto al quale devono davvero tanto.
Con Gabay, fornitore e guida di questo viaggio incontriamo i contadini di queste terre, che ci raccontano le loro vite.
Vite a stretto contatto con la natura, che vedo lo stabilirsi sul campo per qualche mese, un mestiere che da sempre fanno e che si tramandano di generazione in generazione, in piena condivisione con la natura.